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Il cappuccino, la perfetta bevanda che ha colonizzato le colazioni del mondo!

Immagine del redattore: Jerry MauroJerry Mauro

ll cappuccino: già solo a pronunciarne il nome si parla d’Italia. E in effetti, se cerchiamo una bevanda che sia anche simbolo del nostro Paese, la famosa tazza di delicata e schiumosa bontà è fra le prime a venirci in mente. Forse in competizione solo con l’espresso.


Storia di un simbolo italiano

Chi ha inventato il cappuccino? O forse, la domanda più corretta è: perché si chiama così? Sono diverse le ipotesi, quasi leggende, che si incrociano in merito all’etimologia di questo nome.

Di certezza, ad ogni modo, ce n’è una: il cappuccino come lo conosciamo oggi nasce insieme alla prima macchina del caffè espresso. E quindi agli inizi del secolo scorso.

Proprio le moderne macchine caffè sono, infatti, lo strumento imprescindibile per la preparazione di questa bevanda famosa in tutto il mondo. Che ci ha reso famosi nel mondo.

Un vero cappuccino è realizzato, come tutti sapranno, con caffè espresso e latte scaldato e montato alla perfezione.

Ma perché si chiama cappuccino?

Perché proprio questo nome? Il primo collegamento che tanti fanno è quello con i monaci cappuccini. E anche se ci sono diverse versioni in merito, quella più accreditata ci riporta propri a questi frati, più precisamente al loro saio e al relativo colore.

Si narra infatti che, nel lontano 1683, un frate cappuccino di nome Marco da Aviano, recatosi a Vienna per conto del Papa, si ritrovò a bere in una caffetteria della città una bevanda scura e dal sapore intenso, tanto, troppo intenso. Una tazza di caffè. Chiese allora al barista di addolcirla con del latte. Il gestore del bar, nel vedere questa nuova bevanda dello stesso colore del saio del monaco, esclamò “Kapuziner!”.

Come fare il cappuccino?

Per preparare un buon cappuccino, oltre ad un caffè espresso perfetto, serve un latte di alta qualità. In commercio si trovano diverse tipologie di latte: Latte fresco (processo di pastorizzazione a 70/80°); Latte uht (Ultra Light Temperature, subisce un processo di pastorizzazione fino a 140°); Latte ad alta digeribilità’; Latte biologico/organico; Latte intero (conserva tutte le proteine ed i grassi); Latte parzialmente scremato (viene filtrato dalla maggior parte di grassi e proteine); Latte totalmente scremato (viene completamente filtrato da grassi e proteine). E’ preferibile utilizzare latte fresco intero poiché il suo alto contenuto di grassi contribuisce a dare gusto al cappuccino; per una buona montatura è preferibile impiegare latte ad alto contenuto di proteine in quanto esse contribuiscono alla sua cremosità.

Il bricco deve essere in acciaio inox non troppo spesso in modo da poter sentire la temperatura interna; la forma ideale è quella tronco – conica. La dimensione del bricco deve essere proporzionale alla quantità di latte da scaldare. Per creare una schiuma perfetta serve vapore secco; l’estremità della lancia della macchina dovrebbe avere fori calibrati e con un’inclinazione di 40 – 45° in modo da favorire la rotazione del latte, condizione necessaria per ottenere una crema compatta.

Fase 1: si inietta aria all’interno del bricco; a questo scopo si immerge la lancia sotto la superficie del latte e si attiva il getto vapore. Pian piano la schiuma che si viene a formare alza il livello del latte interno al bricco. A questo punto occorre abbassare lentamente il bricco, mantenendo sempre la punta della lancia immersa nel latte. La prima fase termina quando la temperatura del latte raggiunge i 35 – 37° C; in assenza di termometro questa temperatura corrisponde al momento in cui la temperatura del bricco supera quella della mano per cui si nota un primo tepore.

Fase 2: questa fase è importante per compattare la crema e renderla con una tessitura fine e con una superficie lucida; continuando a tenere la lancia immersa nel latte si inclina leggermente il bricco per creare un vortice che fa girare velocemente il latte. Interrompere l’erogazione quando il latte raggiunge la temperatura di 65 – 67° C. IN assenza di termometro essa corrisponde al momento in cui il bricco diventa troppo caldo per essere tenuto in mano.

Fase 3: una volta tolto il bricco dalla lancia pulire subito con un panno umido la superficie esterna della stessa e far uscire un po’ di vapore per eliminare ogni residuo interno.

Latte Art, cos’è?

La Latte Art (alla lettera “arte del caffellatte”) è una tecnica di decorazione che viene effettuata su cappuccini ed espressi macchiati, mediante la realizzazione di disegni e forme sulla superficie. Questo tipo di esecuzione è sempre più apprezzata dalla clientela in quanto, oltre ad essere esteticamente gradevole, denota la grande perizia e abilità di chi la realizza. Sono sempre di più, infatti, i baristi italiani interessati a investire nella formazione professionale per apprendere le tecniche e i segreti di una perfetta Latte Art. Per una Latte Art eseguita a regola d’arte non è sufficiente possedere una grande abilità manuale, servono gli strumenti giusti, la conoscenza di tutte le fasi fondamentali e tanta esperienza.

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