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La ristorazione e il Covid-19

Immagine del redattore: Jerry MauroJerry Mauro

E' passato quasi un anno da quando la Cina quel fatidico 30 dicembre 2019 annunciava il primo caso di covid-19 all'Oms, aprendo al mondo le porte di ciò che farà passare alla storia questo 2020.

Uno dei settori maggiormente colpito dalla pandemia è stato proprio quello della ristorazione, che sta portando un intero comparto in ginocchio. Il covid ha colpito uno degli elementi fondamentali dei bar, ristoranti o alberghi etc; che è quello della convivialità. La convivialità e sinonimo di questi tempi di assembramento un elemento basico del nostro settore, chi fa l'aperetivo, due amici che prendono un caffè o una famiglia che va al ristorante pur troppo fa assembramento e come ben sappiamo l'assembramento e la prima arma con cui questo maledetto virus si diffonde. Al richiamo del bene comune ci vengono chiesti dei sacrifici chiudendo le nostre aziende, noi rispondiamo con un si unanime, anche davanti la mancanza di fondi che dovevano aiutarci a sostenere le nostre micro realtà. Il termine mancanza viene usato perché 600 euro non possono aiutare un azienda che dopo due mesi di chiusura si ritrova a pagare 700 euro per una bolletta della luce, 900 euro per una bolletta dell'acqua, 300 euro per i protocolli anti-covid più i danni causati dalla riduzione drastica che è stata causata dai posti a sedere e la minor capienza dei locali.

Perché anche davanti l'erogazione del finanziamento garantito dallo stato tanto osannato in televisione per la rapidità dei tempi con cui sarebbe arrivato (che cosi non fu) hanno portato le aziende ad indebitarsi maggiormente per poter rispettare delle scadenze fiscali che lo stato non ha sospeso, rendendo vano l'intervento di un fondo perduto erogato durante l'estate.

Oggi lo stato ci chiede maggiori sacrifici, colora l'Italia di tanti colori, dice alla gente non uscite di casa se non è necessario, ci obbliga a misure di sicurezza ancora più stringenti sempre per il bene comune, ci fa sentire in colpa come se il problema fossimo noi.

La grande domanda che vorremmo porre al governo, ad un amministratore o un componente del comitato tecnico scientifico: Questa estate perché nessuno controllava? Perché nessuno ha preventivato questa situazione di seconda ondata?

Perché questa suddivisione non è stata fatta durante il periodo estivo quando la situazione era perfettamente gestibile?

Perché avete riaperto le scuole per poi mandarli di nuovo in DAD?

La verità cari amici lettori e che non è stato fatto niente per evitare questa seconda ondata. Ma alla fine del lockdown è stato permesso un libera tutti, vanificando mesi di sacrifici di noi piccoli imprenditori, che oggi ci ritroviamo a chiudere un anno che dal punto di vista economico e meglio dimenticare.

La nostra risposta alla vostra incompetenza e che il nostro settore non si arrende, non si abbatte davanti le difficoltà ma continua a lottare, spingendo sempre di più il motore dell'innovazione e degli investimenti. Migliorando servizio fisico e digitale, sfruttando al massimo tutte quelle occasioni che permetteranno alle aziende di proiettarsi verso il futuro che deve essere per forza roseo.

Oggi noi del Caffe Europa abbiamo voluto aprire il nostro blog con questa lettera di protesta alzando i nostri dubbi e perplessità su come è stata e viene gestita questa emergenza. E inauguriamo il nostro nuovo sito con tono arrabbiato ma che non perde la speranza e continua a crederci. Noi ci impegneremo a rispettare delle regole, perché se noi portiamo la mascherina e manteniamo la distanza salviamo vite e aiutiamo il personale sanitario a fare il loro lavoro. Ma chiediamo maggiore attenzione e capacità di gestione, perché il nostro settore come tanti altri e pronto a maggiori sacrifici, ma chiediamo dalla nostra parte uno stato che tendi la sua mano e non finga di farlo.

Nel prossimo articolo vi parleremo di quelle che secondo noi sono le 6 regole fondamentali da rispettare dentro un bar. A presto da Caffe Europa

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